Azienda Ospedaliera-Universitaria di Modena
 
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Policlinico NewsLetter. Anno 2 n. 4

Fuori dall'Ospedale: riscoprire Modena con DUENDE del Comune

Nell’anno accademico 2015-2016 ho frequentato il Master di II Livello in Public History organizzato da UNIMORE. Il Public Historian, la figura professionale che viene formata in questo master, è uno storico che è capace di uscire dall’Accademia e portare la sua ricerca storica al grande pubblico attraverso una narrazione. Discuterò la tesi il 30 settembre ma vorrei parlarvi del mio stage, effettuato con l’Assessorato alle Politiche Giovanili del Comune di Modena e che ha utilizzato una modalità ludica, l’Urban Game, per far giocare ai ragazzi delle scuole superiori (circa 120 ragazzi) i Moti del 1831, quelli di Ciro Menotti per intenderci.

Ma cos’è un Urban Game? Si tratta di un gioco dal vivo in ambito urbano, nato nei primi anni 2000 che si afferma soprattutto in Inghilterra e nel mondo anglosassone, per poi invadere tutto il mondo occidentale. In sostanza si tratta di grandi eventi collettivi che prendono l’intera città come campo da gioco e utilizzano dinamiche ludiche consolidate. Il Gioco, messo in scena l’11 di maggio scorso in una giornata piovosa ma elettrizzante, è stata la seconda puntata del progetto DuendeMo cominciato il 16 settembre 2015 con l'iniziativa "DAMMI SPAZIO: giovani volontari nutrimento del mondo".

Ideatore di DuendeMo è il ludologo Giorgio Gandolfi che, assieme a Marco Bombarda del Comune, mi ha fatto da tutor (con me hanno lavorato come sviluppatori anche Enrico Drusiani, Rudy Melli e Davide Ferrari). Il nome si ispira a Federico Garcia Lorca e al suo libro Gioco e teoria del duendedel 1933 quando l’autore definisce il duende come il "trance" nella lingua degli ipnologi, una specie di elemento irrazionale nell'arte. Lorca afferma che “il duende è un potere, non un fare. E' un lottare, non un pensare, un potere misterioso che tutti sentiamo ma che nessun filosofo riesce a spiegare”è quindi una ricerca costante di una qualcosa di nuovo, una trance verso una nuova consapevolezza (F.G. Lorca, Gioco e teoria del Duende, Adelphi 2007).
Proprio Gandolfi – che è stato il mio tutor nel gruppo di lavoro di questo progetto – ha affermato: “Ho chiamato il gioco Duendemo proprio per sottolineare il senso di meraviglia, quasi indescrivibile a parole, che si prova dinnanzi alle opere d' arte e che il termine spagnolo duende definisce alla perfezione".
Lo scopo degli Urban Games è quello di riscoprire la città attraverso i Giochi da Strada, proponendo un modello di vita green e attento alle problematiche della città. Per stimolare i cittadini a vivere nuovi spazi pubblici, i tornei verranno disputati in alcuni siti della città ancora poco noti e valorizzati.

L’Urban game messo in scena l’11 maggio per la mia tesi ha avuto proprio questo obiettivo. Abbiamo diviso i ragazzi di terza e quarta superiore in squadre: dieci gruppi di rivoluzionari, due battaglioni di dragoni estensi. Abbiamo “scatenato” le squadre nel centro storico obbligandole a cercare indizi nei luoghi più importanti della città – da Piazza Roma a Piazza Grande, da Piazza XX Settembre a Palazzo Carandini, da via Farini a corso Vittorio Emanuele, dove un tempo c’era la darsena -e poi ad affrontarsi: le prove avevano lo scopo, per i ribelli, di convertire i duchisti alla causa e per i dragoni Estensi arrestare i rivoluzionari. Il gioco è stata l’occasione per far scoprire ai ragazzi luoghi in cui non è sempre semplice entrare, come la Chiesa di San Vincenzo, spesso chiusa. Alla fine abbiamo “messo in scena” il processo a Ciro Menotti che ha visto la giuria, composta dai ragazzi, cambiare la storia: il risultato delle prove, infatti, ha permesso loro di graziare Ciro e farlo esiliare, tra gli applausi di tutti, in un momento molto toccante.
Come ha affermato Marina Menozzi, Responsabile del Progetto giovani della Regione, il progetto Duende ha proprio lo scopo di “Stimolare nei giovani un senso d' appartenenza alle realtà e ai servizi legati al territorio.”

L’esperimento al quale ho potuto partecipare ha avuto questo scopo e non a caso nei questionari compilati dai partecipanti, alla domanda Che altro periodo storico giocheresti? il 48% ha affermato la Resistenza a dimostrazione che, forse, i nostri ragazzi hanno più risorse di quelle che attribuiamo loro e che basta stimolarli perché le esprimano.

L'invito inviato agli studenti (fronte)
L'invito inviato agli studenti (fronte)
L'invito inviato agli studenti (retro)
L'invito inviato agli studenti (retro)

Gabriele Sorrentino
Ufficio Comunicazione

 
 
 
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