Azienda Ospedaliera-Universitaria di Modena
 
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Policlinico NewsLetter. Anno 2 n. 6

NEWS - NEWS - I nuovi direttori di struttura complessa si presentano

Il 1 novembre 2016 ci sono stati importanti avvicendamenti alla Direzione di alcune Strutture Complesse dell'Azienda Ospedaliero - Universitaria di Modena: 
La Direzione delle Malattie dell'Apparato Respiratorio è stata affidata al prof. Enrico Clini che ha sostituito il dottor Pietro Roversi.
La Direzione della Chirurgia Pediatrica sarà affidata pro-tempore al dottor Pierluca Ceccarelli che ha sostituito il prof. Alfredo Cacciari, che è cessato dal servizio per collocamento a riposo. 
Il prof. Maurizio Ponz de Leon ha assunto pro-tempore l'incarico di Direttore di Struttura Complessa di Medicina ad Indirizzo Metabolico Nutrizionale del NOCSAE di Baggiovara in sostituzione del prof. Leonardo Fabbri, che è cessato dal servizio per collocamento a riposo.

Abbiamo incontrato i tre nuovi direttori e abbiamo fatto il punto sui loro progetti per i prossimi anni.

Enrico Clini
Enrico Clini

Enrico Clini - Malattie dell'Apparato Respiratorio

Cosa si aspetta da questa nuova avventura?
Un impegno importante per raccogliere una eredità “pesante”, cioè la tradizione culturale e storica della pneumologia modenese, e mantenerne la riconosciuta eccellenza sia quella al servizio dei cittadini che quella a disposizione della formazione accademica nei corsi di laurea e post-laurea. Il nostro sforzo sarà certamente al massimo delle nostre capacità e orientato verso un continuo possibile miglioramento.

Come pensa che la Sua disciplina potrà evolversi nei prossimi anni?
Dopo lo storico passaggio fra Tisiologia e Pneumologia avvenuto a cavallo degli anni ’70 nel secolo scorso ora la nostra disciplina si confronta soprattutto con il mutato assetto sociale, l’invecchiamento della popolazione, la cronicità che riguarda buona parte delle patologie di nostra competenza. Questo implica la necessità di un sempre maggiore raccordo fra una realtà specialistica “centrata” sull’ospedale per acuti e la necessità di allargare queste nostre competenze (mediche e non) sul territorio per offrire una adeguata risposta ai nostri pazienti. Questo obiettivo consentirà di migliorare la appropriatezza nella selezione e gestione dei casi “da ospedale”, attraverso le tante competenze pneumologiche che si sono affinate in particolar modo nel corso dell’ultimo decennio.

Quali sono le sfide future per la Sua disciplina
Già la possibilità di stabilire questo raccordo di rete professionale credo sia un obiettivo più che ambizioso. Ritengo che anche la nostra specialità pneumologica, nel nostro paese come avviene altrove o come già accade in altre discipline specialistiche, sia pronta a raccogliere e potenziare le più moderne competenze con particolare riferimento alla cura della insufficienza d’organo nelle specifiche unità di cura intensiva respiratoria, all’utilizzo delle metodologie più avanzate di endoscopia del torace con finalità diagnostiche ed operative, alla diagnosi più precoce e alla cura di malattie polmonari diffuse e fibrosanti. Oltre a questo lo sforzo del futuro sarà orientato alla individuazione di cure sempre più specifiche e personalizzate, come già in buona parte accade per il tumore del polmone e l’asma grave.

Dal punto di vista della didattica, quali sono le Sue priorità?
Usciamo da un periodo in cui per vari motivi l’organico accademico ha subito restrizioni di non secondaria importanza. Ciononostante, attraverso la dedizione e la competenza assicurata dai professionisti anche non universitari, la nostra scuola di formazione può vantare significativi apprezzamenti. Il primo auspicio è quindi quello di potere vedere riconosciuti i nostri sforzi attraverso le decisioni che gli organi dell’Ateneo di Modena Reggio Emilia potranno assumere a favore dello sviluppo continuo e del mantenimento dei risultati nel nostro ambito didattico, assicurando una prospettiva lunga. In secondo luogo la applicazione traslazionale della ricerca, la esperienza clinica e la apertura sempre maggiore al panorama internazionale sono le prospettive che mi auguro, ed auguro a tutti i miei collaboratori, di potere realizzare.

 
Pierluca Ceccarelli
Pierluca Ceccarelli

Pierluca Ceccarelli - Chirurgia Pediatrica

Cosa si aspetta da questa nuova avventura?
L’impegno, ma forse anche la sfida, personale più importante sarà quella di un costante upgrade culturale e tecnologico per poter offrire ai nostri piccoli Pazienti quanto di più efficace e nel contempo meno invasivo si possa oggi applicare per il trattamento delle patologie congenite ed acquisite di nostra competenza. Mi aspetto, e mi auguro, di trovare una buona compliance in tutti i Colleghi delle diverse specialità con cui dovremo condividere ed attuare questa necessaria ed imprescindibile crescita, che, per alcuni aspetti, potrà, talora, essere un vero e proprio cambiamento se non una rivoluzione.

Come pensa che la Sua disciplina potrà evolversi nei prossimi anni?
I più recenti segnali provenienti dai più importati Centri internazionali non lasciano molti dubbi in merito alla risposta a questa domanda.
La Chirurgia (ed Urologia) pediatrica, dopo un periodo di “spasmodica ” applicazione di tutte le più moderne tecnologie chirurgiche, vede oggi un momento di riflessione profonda in merito al timing, alla tecnica chirurgica e talora addirittura all ’indicazione chirurgica stessa nei confronti di un gran numero di patologie, in particolare di tipo congenito-malformativo.

Ecco, anche noi dovremo evolverci in tal senso: abbandonare atteggiamenti tradizionalistici che non hanno più valore, ma anche non subire il fascino ‘mediatico ’ di voler a tutti i costi applicare sempre tecniche innovative, che, magari, hanno già dimostrato non determinare un reale vantaggio terapeutico nei confronti del Paziente.
E tutto questo si riallaccia strettamente a quanto detto rispondendo al primo quesito.
   
Quali sono le sfide future per la Sua disciplina
La nostra sfida sarà certamente quella di poter offrire a tutta la popolazione pediatrica della nostra Provincia (ed anche a quella di altra provenienza geografica per le eccellenze che sapremo mantenere e/o sviluppare) la miglior cura possibile. E per raggiungere questo obiettivo, oltre ad una necessaria clinical competence che noi chirurghi dovremo garantire, sarà imprescindibile e mandatorio implementare e/o realizzare una vera e stretta sinergia con tutta la rete pediatrica provinciale per creare dei percorsi concretamente efficaci ed efficienti per i nostri piccoli Pazienti e le loro Famiglie.
   
Dal punto di vista della didattica, quali sono le Sue priorità?
Non abbiamo una Scuola di Specialità nella nostra specifica disciplina.
Tuttavia implementeremo ulteriormente il nostro impegno didattico nei confronti dei Colleghi delle Scuole di Specializzazione di Pediatria, Chirurgia generale, Urologia e Ortopedia, che già oggi frequentano attivamente il nostro reparto, gli ambulatori e la sala operatoria. L ’imprinting e la conoscenza degli aspetti chirurgici del Paziente pediatrico rappresentano un valore aggiunto di assoluta importanza nella formazione di questi specialisti.

L’ inizio del mio incarico è coinciso con la realizzazione del Congresso Nazionale Congiunto della Società Italiana di Chirurgia Pediatrica e della Società Italiana di Urologia Pediatrica: ritengo che questo sia un preciso segnale ad indicare che è mia intenzione voler mantenere alto l ’impegno della Struttura (e di conseguenza dell ’Azienda stessa) a realizzare eventi scientifici e formativi di elevato profilo nell ’ambito della nostra specifica disciplina.

 
Maurizio ponz de Leon
Maurizio ponz de Leon

Maurizio Ponz de Leon - Medicina ad Indirizzo Metabolico Nutrizionale

Cosa si aspetta da questa nuova avventura?" Per me non è una novità ma un ritorno a casa, perché nella Medicina Metabolica (allora Medicina 3) vi ho trascorso quasi 20 anni. Mi aspetto che il reparto continui a funzionare bene, e che la ricerca scientifica possa avere un ulteriore impulso".

Come pensa che la Sua disciplina potrà evolversi nei prossimi anni?
"La Medicina Interna evolverà sempre più verso la cura dell'anziano. Le malattie metaboliche riguardano una parte cospicua della popolazione. Sono all'orizzonte nuovi farmaci promettenti".
Quali sono le sfide future per la Sua disciplina
"Non vedo sfide particolari rispetto agli anni passati. Siamo ancora in piena crisi, per cui il problema più grosso sarà andare avanti con risorse limitate".

Dal punto di vista della didattica, quali sono le Sue priorità?
"La didattica è uno dei nostri principali obiettivi. Spero che nei prossimi anni un numero sempre maggiore di studenti possa frequentare la Medicina Metabolica e trarre profitto dalle molte professionalità esistenti"

 
 
 
 
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