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Policlinico NewsLetter. Anno 1 n. 1

Ci occupiamo di te, un opuscolo per le donne operate al seno

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Non è facile affrontare la malattia oncologica, l’intervento e le terapie che ne conseguono, soprattutto quando, come nel tumore alla mammella, l’intervento chirurgico modifica una parte del corpo visibile, il simbolo stesso della femminilità. Per aiutare le pazienti della Chirurgia Oncologica Senologica del Policlinico, diretta dal prof. Giovanni Tazzioli, a superare il vissuto della malattia, dal 2014 il Policlinico distribuisce a tutte le donne ricoverate Ci occupiamo di te, un opuscolo scritto da Maria Anonietta Valenti, Caposala del reparto che affronta tutti gli aspetti della malattia dagli aspetti anatomo-fisiologici ai fattori di rischio, alla prevenzione tramite l’autoesame. Il volume – impaginato e stampato a cura del Centro Stampa del Policlinico - è impreziosito da una sezione storica su questa patologia, attestata addirittura in un papiro egizio del 1600 a.C.

 

Della pubblicazione abbiamo parlato proprio con Maria Antonietta 
Qual è lo scopo dell’opuscolo?
L’opuscolo nasce dalla mia esperienza di Caposala che ha potuto accompagnare centinaia di donne, di tutte le età, nella loro lotta contro una malattia che costituisce la prima forma di tumore femminile, contro la quale oggi abbiamo armi impensabili vent’anni fa ma che ancora colpisce non solo il fisico ma anche la psicologia delle pazienti. Il volume, quindi, vuole dare da un lato un messaggio di speranza e sostegno, dall’altro far conoscere la patologia per quello che è: un nemico tenace ma che può essere sconfitto.
Ci può riassumere in uno slogan il messaggio dell’opuscolo
Dal cancro alla mammella si può guarire, è una sfida che si può vincere lavorando tutti insieme. Questa consapevolezza, però, non deve farci abbassare la guardia: la prevenzione e la ricerca sono le armi migliori che abbiamo e su di esse dobbiamo investire risorse e attenzione.
Sant’Agata è la protettrice delle donne operate al seno e quindi anche del vostro reparto
E’ vero. Secondo la tradizione, Agata venne martirizzata nel 246 d.C. a Catania dal proconsole Quinzano che le fece strappare i seni. Agata pregò Cristo che le risanò le mammelle amputate e Quinzano la fece, allora, bruciare viva. La santa è raffigurata con le mammelle posate su un piatto e a Catania esiste un dolce, la Cassatella di Sant’Agata, che ha proprio la forma di mammella. Per la festa di Sant’Agata che si ricorda il 5 febbraio ogni anno viene celebrata una santa messa alle ore 15 nella cappella del Policlinico alla presenza del personale di Reparto, delle pazienti e delle volontarie del Cesto di Ciliegie.
Qualche progetto futuro?
Stiamo lavorando a un opuscolo “Di nuovo a casa” che insegni alle donne operate come convivere con le problematiche relative all’intervento, soprattutto nei primi tempi dopo la dimissione, per migliorare l’esito estetico dell’intervento, ma soprattutto per superare il dramma psicologico causato dall’asportazione di una parte o di tutta la ghiandola mammaria e ricominciare la vita di tutti i giorni nel migliore dei modi. Vengono indicati consigli semplici, ad esempio sulla scelta del reggiseno da indossare, sui primi movimenti nell’immediato periodo postoperatorio o sulla gestione dei drenaggi fin quando rimangono nella sede della ferita.
Il Policlinico di Modena e il tumore al seno.
Ogni anno sono circa 500 le donne che si rivolgono al PUNTO Senologico del Policlinico per una patologia neoplastica al seno. Gli interventi chirurgici svolti dalla Chirurgia Oncologica Senologica, diretta dal prof. Giovanni Tazzioli, sono circa 600 annui. Numeri importanti che confermano il ruolo del Policlinico come punto di riferimento provinciale per la cura del carcinoma mammario, consolidato anche dalla recente acquisizione, della sonda molecolare (OSNA) che permette di analizzare il linfonodo sentinella in 30 minuti, contro gli attuali 7-10 giorni con la possibilità, quindi, di avere l’esito durante l’intervento di asportazione del tumore, e di decidere subito il tipo di trattamento chirurgico. Il Policlinico è stato il primo ospedale della Regione a dotarsi di questa attrezzatura diagnostica di grande importanza.

 
 
 
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