Azienda Ospedaliera-Universitaria di Modena
 
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Policlinico NewsLetter. Anno 1 n. 2

Vaccinarsi è importante per gli operatori sanitari: Campagna di vaccinazione antinfluenzale: stagione 2015-2016

Il manifesto dell'iniziativa
Il manifesto dell'iniziativa

Lo scorso anno, in Emilia Romagna sono state colpite da influenza 572.000 persone. Di queste, 161 hanno avuto forme gravi. Si tratta di una percentuale molto bassa (0,03% circa) che però acquista un significato rilevante se si pensa che il 91,1% di questi pazienti gravi (153) appartenevano a categorie a rischio (malattie cardiovascolari, respiratorie, obesità) e che avrebbero potuto vaccinarsi. A questo dato si deve aggiungere, purtroppo, quello di 61 (0,01%) decessi. Insomma, la prevenzione dell’influenza costituisce un importante intervento di sanità pubblica che si effettua in primo luogo con la vaccinazione, e poi con altre strategie di prevenzione che consistono in semplici gesti quotidiani, come: lavarsi spesso le mani, coprirsi naso e bocca quando si starnutisce, evitare di toccare occhi, naso e bocca con le mani non lavate. La vaccinazione antinfluenzale oltre che essere un ottimo mezzo per prevenire la malattia, è in grado di ridurre significativamente le complicanze, l’ospedalizzazione e l’eccesso di mortalità nei soggetti a rischio.
Dell’importanza della vaccinazione per gli operatori sanitari abbiamo parlato con la dottoressa Patrizia Marchegiano, Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione Aziendale.

 

Dottoressa Marchegiano, perché è importante che un medico o un infermiere si vaccinino?
Gli operatori sanitari o comunque tutti coloro che si trovano a contatto con i pazienti dovrebbero vaccinarsi anche se non appartengono a categorie a rischio in virtù del fatto che rappresentano una categoria lavorativa con un ruolo strategico, l’assistenza appunto, e sono ad alto rischio di contrarre il virus influenzale.
Durante l’epidemia stagionale il ricovero di pazienti con influenza aumenta e può facilmente comportare la trasmissione della malattia anche agli operatori sanitari che a loro volta diventano “fonti” di infezione per i pazienti ed i loro stessi familiari.
La diffusione intraospedaliera dell’epidemia, soprattutto in pazienti particolarmente a rischio può determinare un aumento di morbosità e mortalità tra i ricoverati e dall’altro lato causare assenze di sanitari con appesantimento dei carichi di lavoro.
E’ quindi ormai provato che la vaccinazione del personale sanitario è in grado di ridurre la mortalità ospedaliera delle persone ricoverate durante l’epidemia di influenza.
Va da sé che anche gli operatori sanitari, considerato l’invecchiamento medio della popolazione lavorativa, appartengono sempre più spesso alle categorie a rischio di complicanze in caso di influenza (diabetici, broncopneumopatici e cardiopatici cronici, e altri ancora) e per questi la vaccinazione contro l’influenza è particolarmente raccomandata.
Insomma, la vaccinazione del personale sanitario risponde all’esigenza di proteggere gli operatori ma anche di assicurare la copertura assistenziale ai malati. E gli altri operatori del Policlinico?
Tutti gli operatori sono invitati ad aderire alla vaccinazione antinfluenzale, a anche chi non è a diretto contatto con i pazienti. Il Policlinico è un’Azienda sanitaria che fornisce un servizio di pubblica utilità. Compito di tutti noi è evitare quanto più possibile da un lato di portare l’influenza sul posto di lavoro, dall’altro di ammalarci e creare difficoltà nell’erogazione del servizio.
Non è un caso che l’organizzazione mondiale della sanità (OMS) abbia dedicato negli ultimi anni una giornata intitolata “Flu awareness day“, per la sensibilizzazione degli operatori sanitari verso la vaccinazione antinfluenzale supportando la  campagna con dati scientifici. Alcuni studi hanno messo a confronto l’incidenza dell’influenza in adulti sani rispetto agli operatori sanitari e in questi ultimi l’incidenza è risultata significativamente più alta. In tal senso un sondaggio condotto in California ha dimostrato che il 35% degli operatori sanitari durante la stagione invernale contrae l’influenza. Per ovviare a questo problema l’Oms raccomanda fortemente la somministrazione del vaccino influenzale, auspicando che gli operatori sanitari aderiscano alle campagne annuali di vaccinazione antinfluenzale, ricordando che i vaccini ormai sono molto sicuri e pressoché privi di gravi effetti indesiderati.

Il vaccino ha delle controindicazioni?
Per alcuni gruppi di persone la somministrazione del vaccino antinfluenzale è controindicata. Il vaccino antinfluenzale non deve essere somministrato ai Lattanti al di sotto dei sei mesi, per mancanza di studi clinici controllati che dimostrino l’innocuità del vaccino in tali fasce d’età. Ancora, esso non va somministrato in soggetti che abbiano manifestato una reazione allergica grave dopo la somministrazione di una precedente dose o una reazione allergica grave a un componente del vaccino. Una malattia acuta di media o grave entità, con o senza febbre, costituisce una controindicazione temporanea alla vaccinazione, che va rimandata a guarigione avvenuta. Un’anamnesi positiva per sindrome di Guillain Barrè, insorta entro 6 settimane dalla somministrazione di una precedente dose di vaccino antinfluenzale, costituisce controindicazione alla vaccinazione. Non vi è controindicazione a vaccinare le persone asintomatiche a epidemia già iniziata.

Sfatiamo qualche falso mito
Sono False controindicazioni l’allergia alle proteine dell’uovo, con manifestazioni non anafilattiche, le malattie acute di lieve entità, l’allattamento. Inoltre non sono una controindicazione l’Infezione da HIV e altre immunodeficienze congenite o acquisite. La condizione di immunodepressione non costituisce una controindicazione alla somministrazione della vaccinazione antinfluenzale, visto che i vaccini antinfluenzali contengono solo virus inattivati o parti di questi, pertanto non possono essere responsabili di infezioni da virus influenzali. In caso di immunodepressione infatti la somministrazione del vaccino potrebbe solo non evocare una adeguata risposta immune. Una seconda dose di vaccino non migliora la risposta anticorpale in modo sostanziale. Le persone vaccinate dovrebbero essere ragguagliate sul fatto che, particolarmente nella stagione fredda, infezioni respiratorie e sindromi con sintomatologie simili a quelle dell’influenza possono essere provocate da molteplici altri agenti batterici e virali, nei cui confronti il vaccino antinfluenzale non può avere alcuna efficacia protettiva. Gli effetti collaterali comuni dopo somministrazione di vaccino antinfluenzale consistono in reazioni locali, quali dolore, eritema, gonfiore nel sito di iniezione. Le reazioni sistemiche comuni includono malessere generale, febbre, mialgie, con esordio da 6 a 12 ore dalla somministrazione della vaccinazione e della durata di 1 o 2 giorni.

Quando è possibile vaccinarsi al Policlinico?
L’epidemia stagionale evidenzia picchi di incidenza tra Gennaio e Febbraio, per questo la Regione Emilia-Romagna ritiene opportuno collocare l’avvio completo della campagna antinfluenzale stagionale a partire dal 09 Novembre 2015. La Sorveglianza Sanitaria effettuerà la vaccinazione antinfluenzale presso l’ambulatorio vaccinazioni (5° piano ingresso 3 - tel. 3879) con inizio lunedì 09 Novembre 2015 dal lunedì al venerdì mattino dalle ore 10:00 alle ore 12:00

Gabriele Sorrentino

 
 
 
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