Azienda Ospedaliera-Universitaria di Modena
 
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Policlinico NewsLetter. Anno 1 n. 2

L'Intervista: Roberto Adani

Roberto Adani
Roberto Adani

Abbiamo raccolto nei giorni scorsi la voce del dottor Roberto Adani, nuovo direttore della Chirurgia della Mano. Nel prossimo numero daremo voce anche agli altri nuovi direttori di struttura complessa.
Dottor Adani, lei si è formato professionalmente a Modena in una scuola dalla lunga tradizione poi ha lavorato per sette anni una prestigiosa struttura come il Policlinico G.B. Rossi. Cosa si prova a rientrare a casa dopo tanto tempo.

Il Policlinico rappresenta la scuola in cui mi sono formato grazie a quei Maestri che hanno reso famosa la Chirurgia della Mano in Italia e che erano gli allievi diretti del Prof. Augusto Bonola e si chiamavano Bedeschi, Caroli e Celli. Il Prof. Alessandro Caroli, primo direttore  dell'U.O. di Chirurgia della Mano, è stato il mio maestro e da lui ho imparato tanto sia da un punto di vista professionale che umano. Questo mi ha consentito di affrontare l'esperienza passata andando a ricoprire il ruolo di Direttore in un azienda complessa e vasta come quella di Verona. Rientrare a casa è sempre una bella soddisfazione specie con una responsabilità importante e di così grande stimolo.

La Chirurgia della Mano è certo uno dei reparti più conosciuti del Policlinico di Modena. Quali sono i suoi progetti per consolidare e migliorare questo ruolo a livello nazionale?

Il Policlinico di Modena significa Chirurgia della Mano e viceversa ed il mio compito sarà quello di agire su più fronti. Vorrei migliorare l'assistenza ai pazienti diminuendo la durata delle liste d'attesa e la degenza media e soprattutto realizzare, in collaborazione con il Prof. Catani direttore della Clinica Ortopedica, un progetto assistenziale che ci consenta di trattare le molteplici patologie dell'Arto Superiore, traumatiche e di altra natura. Ritengo che questa sia la sfida degli anni futuri, quella che ci potrà portare ad essere punto di riferimento nazionale. Accanto a questo gli impegni verso la ricerca, con l'acquisizione delle più avanzate metodiche chirurgiche e microchirurgiche e la pubblicazione di lavori scientifici sulle più importanti riviste del settore. Infine uno dei compiti più importanti in un Policlinico Universitario: insegnare ai giovani, attrarli verso questa affascinante disciplina e creare i nuovi chirurghi della mano.

Cosa ha trovato al Policlinico di Modena? Cosa l'ha sorpresa di più?
Sono stato felice di ritrovare molti amici contenti di rivedermi e di poter lavorare di nuovo insieme. Nel momento in cui ho marcato di nuovo il cartellino al Policlinico, in un attimo sin è aperto un nuovo capitolo della mia vita professionale, al servizio dei concittadini Modenesi , in un Policlinico che pur in una fase di ristrutturazione complessa deve ambire a recuperare quel ruolo a livello nazionale che gli compete. 

 
 
 
 
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