Azienda Ospedaliera-Universitaria di Modena
 
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Policlinico NewsLetter. Anno 1 n. 3

Spezziamo l'attesa: volontari in Pronto Soccorso, un bilancio

Emergenza

E' stato completato in novembre il secondo corso dei volontari per Spezziamo l'attesa organizzato da AVO, d'accordo col Comitato Consultivo Misto del Policlinico per assistere i pazienti in attesa al PS. Abbiamo parlato dell'esperienza con Maria Paola Lumetti, una volontaria AVO.
Come è nato il progetto?
Il Progetto è iniziato in sordina e ha avuto da subito il sostegno dell'URP e del CCM del Policlinico. La collaborazione di volontari e personale sanitario che si occupa del benessere del cittadino è un obiettivo naturale per noi che siamo cittadini prima che volontari. Viviamo l’ospedale come utenti e gestori del servizio, quindi il nostro punto di vista può essere utile all'Azienda per intraprendere azioni migliorative: siamo quindi molto contenti che la nuova Direzione sanitaria stia mostrando grande interesse riguardo alle nostre segnalazioni.
Quali sono i vostri compiti in Pronto Soccorso. Che tipologia di paziente si presenta in PS?
Noi agiamo in sala di attesa del Pronto Soccorso generale, pediatrico e ortopedico. Il paziente che si presenta in PS ha un atteggiamento mentale completamente differente rispetto a quello del paziente ricoverato in un altro reparto, "rassegnato" a stare in ospedale. Chi arriva in PS è stato tolto all'improvviso dalla sua vita quotidiana e non sa quando tornerà a casa. Non è un ricovero programmato e questo significa che il paziente ha lasciato irrisolte diverse situazioni famigliari e lavorative come ad esempio il nonno, i bambini, o un contesto quotidiano da sistemare per l’urgenza. Al parente che aspetta in sala di attesa fa molto piacere il nostro lavoro di raccordo con il paziente all’interno: lo aggiorniamo sul percorso che sta seguendo e sull'evoluzione delle condizioni, per tranquillizzare entrambi.

 

Che caratteristiche deve avere il volontario? 
Il volontario ed anche il personale devono essere dotati di una formazione specialistica e di un notevole equilibrio psicologico. Occorre ascoltare il paziente senza immedesimarsi il lui. I più difficili sono i pazienti con codice verde che hanno davanti un'attesa più elevata, non hanno una situazione urgente ma vorrebbero essere visti subito. In questo caso il nostro compito è quello di  spiegare le motivazioni dell'attesa e gestire questa insoddisfazione. Nel frattempo si ascoltano le sue esigenza: telefonare, andare in farmacia interna, pagare il ticket, recarsi al CUP per prenotare. Siamo molto contenti per l’apertura e la disponibilità del dott. Antonio Luciani che ci gratifica molto con il suo atteggiamento sempre costruttivo. Eravamo in 13 volontari a inizio giugno, 2 si sono ritirati per motivi personali, con i nuovi siamo in 18. L'inserimento dei nuovi con noi ”vecchi” avviene gradualmente perché formiamo con attenzione le nuove leve. 
Qualche episodio interessante?
Ricordo tre mamme che stavano allattando in corridoio e una di loro aveva difficoltà ad allattare perché per alcune l'allattamento è un momento personale con il bambino e non riuescono ad allattare in pubblico. Da questa esperienza diretta viene il suggerimento di allestire un punto di allattamento organizzando con due paraventi, salviette dove le mamme possano stare in un luogo riservato.

Mirella Cantaroni
Ufficio relazioni col Pubblico

 
 
 
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