Azienda Ospedaliera-Universitaria di Modena
 
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Policlinico NewsLetter. Anno 2 n. 2

La decade del Passaggio

Athos Borghi
Athos Borghi

Intervista al dottor Athos Borghi

Dopo i 40 anni ci accorgiamo di riuscire a fare con più difficoltà alcuni gesti quotidiani. Che cosa succede al nostro corpo passata questa fatidica soglia? Ne abbiamo parlato col dottor Athos Borghi, Direttore della Degenza Post-Acuzie del Policlinico.

 

1) Leggere: ci accorgiamo di non vedere più bene e avviciniamo o allontaniamo di più libri e giornali.
Anche per chi ha una capacità visiva normale, senza difetti di rifrazione, é frequente (soprattutto dopo i 40 anni, raramente prima) la presbiopia, con difficoltà di lettura e di mettere a fuoco oggetti vicini più di 30-60 cm, poiché la capacità di accomodazione del cristallino si riduce a causa della sua progressiva minor flessibilità. Il rimedio é pressoché privo di effetti secondari: le lenti correttive.

2)Quando saliamo le scale spesso abbiamo il fiatone
Lo sforzo fisico, oltre un certo limite, determina sempre un'alterazione della frequenza e della profondità degli atti respiratori nell'ambito della normale fisiologia adattativa. Il fiatone é un'alterazione del respiro che supera quella normalmente attesa per un dato individuo e per una definita situazione di sforzo muscolare: qualche volta può altresì rappresentare un sintomo di malattia cardiaca, respiratoria, anemica ed altro ancora (in questi casi si parlerà, in termini medici, di dispnea da sforzo). Escluse le cause patologiche, due sono i fattori determinanti: il peso corporeo (l’oggetto da spostare e “guidare” nell'azione) e la forza muscolare applicabile al movimento volontario. Il controllo del peso corporeo e un’attività fisica aerobica prevengono e "curano" il fiatone. L'insonnia e la depressione possono essere concause da valutare.

3)Facciamo più fatica a toccarci i piedi, ma anche a metterci le calze e i pantaloni.
Anche l’uomo tende a trasformarsi in un sistema a maggior entropia, ovvero a raggiungere una maggior stabilità della materia che compone i suoi organi e apparati e questo avviene sempre a prezzo di una compromissione funzionale, compresa una maggior rigidità delle strutture muscolo-scheletriche: gli antidoti più efficaci consistono in esercizi di allungamento muscolo-tendineo e nella prevenzione dei fenomeni degenerativi muscolo-scheletrici (ad esempio nelle attività sportive e di lavoro) che possono comprometterne la funzionalità futura. La percezione individuale di tali fenomeni é spesso inesatta e tardiva e chi ci osserva a distanza può essere miglior giudice dell'entità del difetto funzionale. L'eccessivo peso corporeo concorrere alla riduzione di flessibilità muscolo-scheletrica.

4) Facciamo più fatica a stare diritti alla scrivania o quando camminiamo. Quando camminiamo le gambe si toccano tra loro
La postura del nostro corpo dipende in gran parte da forza e tono di alcuni muscoli, a loro volta condizionati dalla trasmissione neuromuscolare. Bisogna sapere che i muscoli scheletrici vanno incontro a una denervazione irreversibile nel corso degli anni (dopo i 60 anni il numero dei motoneuroni spinali diminuisce del 50%) e la reinnervazione compensatoria avviene con fibre nervose a conduzione più lenta; la potenza muscolare (forza x velocità) diminuisce nell'uomo del 6% ogni decade a partire dai 30 anni.
I problemi di allineamento articolare, particolarmente del ginocchio, possono peggiorare negli anni anche per la riduzione del tono muscolare, e/o per l’aumento del peso corporeo. Quando si é di fronte a un serio disturbo funzionale posturale e/o statico, può essere necessario consultare uno specialista ortopedico e/o un fisiatra, ma a qualunque età é possibile ottenere miglioramenti del tono e della prestazione muscolare con allenamento adeguato.

5) Ci ricordiamo le cose con più difficoltà
La smemoratezza senile benigna (escludendo quella costituzionale, che spesso si sposa con un certo grado di disattenzione abituale) disturba la memoria a breve termine e guadagna terreno dopo “una certa età”, ci fa dimenticare dove abbiamo appoggiato/nascosto oggetti di uso comune, ma non pregiudica la nostra vita di lavoro e domestica. Se invece un'intera classe di ex liceali ha dimenticato dopo 40 anni un significativo evento sportivo di cui é stata protagonista, siamo di fronte al normale stratificarsi mnemonico di eventi che "galleggiano" in proporzionalmente alla rilevanza che hanno per ognuno. La memoria a breve termine é detta anche "memoria di lavoro" e secondo alcuni nell'anziano é meno efficiente perché penalizzata da meccanismi selettivi che elaborano diversamente la percezione. Alcuni studi clinici hanno trovato associazioni significative tra esercizio intellettuale e migliori perfomance mnemoniche. Lo sviluppo al miglior livello dell’identità personale cognitiva e sociale e la fruizione di stimoli adattativi continui costituiscono il modello preferibile per l‘efficienza neuro cognitiva e rappresentano ormai anche una sfida etica della nostra società, connotata dall'aumento della vita media e dalla necessità di modelli relazionali sociali adeguati per favorire produttività, creatività e motivazione degli anziani.

6) Mettiamo su peso più facilmente e lo perdiamo con più difficoltà
Il peso corporeo é la risultante di un equilibrio metabolico tra introito e dispendio calorico, geneticamente determinato per più del 50% dei fattori causali, sottoposto comunque a influenze culturali (comprese quelle comportamentali) e ambientali. Esiste una capacità del cervello di “leggere” il peso corporeo e di mettere in atto cambiamenti neuroendocrini che influiscono su appetito e metabolismo basale (consumo energetico basale) con l'obiettivo dell'omeostasi corporea. Il metabolismo basale, responsabile fino al 60-70% del consumo energetico, si riduce circa del 2% all'anno a partire dai 20 anni, mentre l’appetito si mantiene tendenzialmente costante, favorendo l’aumento di peso corporeo (ciò che nel passato della specie potrebbe aver costituito un elemento adattativo per la sopravvivenza in condizioni di carestia e/o difficoltà fisico-motorie per procurarsi il cibo col crescere dell'età). Va da sé, stanti le premesse, che il mantenimento di un peso corporeo adeguato richiede sia un impegnativo equilibrio dietetico, sia un'applicazione fisico-motoria costante.

7) Si fa più fatica ad addormentarsi
La necessità di dormire varia da persona a persona (dalle 4 alle 10 ore al giorno) e non sono note le cause di tali differenze. Col passare degli anni la quantità e la qualità del riposo notturno può ridursi e circa il 60% degli ultra 65enni lamenta un insufficiente riposo notturno. In generale, escluse le patologie che peggiorano qualità e quantità del sonno (insonnie secondarie a patologie organiche cardiovascolari, respiratorie, metaboliche etc.),il peggioramento del riposo notturno é rilevante se provoca sonnolenza diurna e se dura da più di un mese. L'adozione di comuni norme di "igiene del sonno" (rispetto rigoroso degli orari di addormentamento e risveglio, esposizione alla luce diurna, rispetto dei rituali personali per ottenere l'addormentamento, evitamento di sostanze eccitanti il sistema nervoso) migliorano spesso il disturbo. L'utilizzo di melatonina come integratore é efficace in una minoranza di soggetti. L'utilizzo di sedativi dovrebbe essere limitato a cicli di 2 settimane, per il rischio di assuefazione a lungo termine e per gli effetti collaterali.

L'Età dell'uomo (Friedrich 1835)
L'Età dell'uomo (Friedrich 1835)

Gabriele Sorrentino

 
 
 
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